Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) III.djvu/7

4 SOFOCLE


2º - In mezzo a serie giambiche sono inseriti anapesti; ed è libertà che si ebbe solo col prevalere della tendenza melodrammatica, negli ultimi due decenni del secolo.

3º - Gli anapesti in serie libere, o melici (86-120), che appaiono solo nei drammi posteriori al 120, come, per esempio, negli euripidei «Troadi», «Ione», «Ifigenia in Tauride».

4º - L’abbondanza di parti liriche affidate agli attori. È la tendenza satireggiata da Aristofane in un brano notissimo delle «Rane». È notevole per questo riguardo la eliminazione della pàrodos, sostituita da un kommòs, ossia da un dialogo lirico fra Elettra e il coro. E all’eroina è per l’appunto affidata la parte anapestica, quella che piú caratterizzava l’ufficio e l’indole originaria del coro.

E questa sostituzione del kommòs alla pàrodos conferisce al dramma un carattere speciale. Mentre la pàrodos tipica affermava le ragioni del coro, elemento essenzialmente antidrammatico, il kommòs, composto di battute dialogate in metri lirici, afferma il carattere drammatico, senza perciò rinunciare alla maggior vibrazione lirica, che veniva cosí assorbita ed amalgamata nella maggiore complessità del dramma. Giova qui ripetere quanto dissi a proposito dell’«Aiace»: che, cioè, questa trasposizione lirica consente una maniera logica ed insieme poetica di esporre gli antefatti, convertendo in evocazione, in atmosfera lirico-musicale, l’esposizione, che nella tessitura drammatica non riesce quasi mai a mascherare il suo vero carattere di mezzo — quando non è mezzuccio.

Eppure, per quanto l’«Elettra» sia una delle ultime tragedie di Sofocle, mi sembra evidente che sopra di essa si proietti ancora la grande ombra di Eschilo. E s’intende: troppo difficile riusciva, in un soggetto comune, liberarsi interamente dall’influsso di quel titano.

Infatti, il principio dell’«Elettra», è modellato su quello