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803-825 ELETTRA 47

clitemnestra
Che gran cosa esser madre! Anche oltraggiata,
mai non avrà pei figli odio, una madre.
aio
Dunque, fu vano ch’io venissi, pare.
clitemnestra
Vano? Ma no, come sarebbe vano,
se a me giungesti della morte certa
recando i segni di colui, che, nato
dallo spirito mio, s’allontanò
dal seno mio, dalle mie cure, ed esule
se ne andò ramingando; e poi che uscí
da questa terra, mai piú non mi vide,
e, la strage del padre rampognandomi,
vendette minacciava orride: sí
che, né di notte, né di giorno, il dolce
sonno sopía le mie pupille, e il tempo
mi trascinava, come ognor sul punto
fossi di morte. Ma, poiché quest’oggi
dal terrore di lui libera sono,
dal terror di costei — ch’era per me
maggior pèste costei, ch’entro la casa
mia, dell’anima mia suggeva sempre
il puro sangue — quanto alle minacce
di costei, rimarrò forse tranquilla.
elettra
Ahimè, tapina! Or sí, bisogna piangere