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PARODOS
I satirelli entrano correndo e ballando.
— Su via!
— Il tuo piede, il tuo passo...
— Ehi là, ehi là!
— Ehi, dico a te.
— Salta addosso al ladro.
— Di sotterfugio.
— Sbrigando la faccenda.
— La voce di mio padre.
— Come, dove, questi notturni
— ladronecci, correndo
— se per caso lo trovo
farò col babbo mio la vita libera.
E insieme il Dio, che amico m’è, ristoro
alla fatica nostra
conceder possa, poi che fece l’oro
di sé fulgida mostra1.
I satirelli si fermano.

  1. Tranne gli ultimi tre versi, integri, e il quartultimo, quasi, gli altri sono monconi. Ne ho fatto una specie di calco, perché risulti, quanto è possibile, la generale configurazione del canto. Del resto, il senso, in linea generale, è chiaro.