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18 SOFOCLE 209-232

elettra
Oh, fra tutti esecrabile
giunse per me quel dí.
Oh notte, o immane cruccio
di nefandi banchetti! Ivi d’orribile
morte il padre perí:
ché due mani e due mani i colpi infersero,
quelle ond’io fui tradita,
distrutta ebbi la vita.
Il sommo Nume olimpico
faccia piombar su lor le ultrici pene:
mai chi compié lo scempio
non goda ora di bene.
coro
Antistrofe III
D’oltre parlare guàrdati.
Coscïenza non hai, da che cagioni
a che gravi pericoli
miseramente la tua vita esponi?
Tu già mali attirasti oltre misura
sopra te stessa: ognor contese genera
l’irrequïeto animo tuo: combattere,
affrontare i potenti, è cosa dura.
elettra
Lo strazio, ahimè, lo strazio
mi sforza. Io sí, deliro,
lo intendo; e il mio delirio
non cesserà sinché duri lo spasimo,