fu di Tebe detto signore, 1195e ne resse l’inclite redini,
circondato di sommo onore.
Strofe II
Or, chi di lui piú misero?
Chi s’ebbe ugual retaggio,
nel tramutar del vivere, 1200di cordoglio selvaggio?
Edipo, inclito principe,
a qual porto fatale!,
a un letto nuziale,
padre e figlio, sei giunto. 1205Come i paterni solchi te soffersero
muti, sino a tal punto?
Antistrofe II
Ma il tempo, occhio che investiga
tutto, t’ha disascoso:
ed il nefando talamo 1210danna, e il figlio ch’è sposo.
Ahimè, figlio di Laio,
mai non t’avessi visto!
Ché in cupo duol m’attristo,
rompendo in alti guai, 1215io che per te già fui salvato, e l’occhio
nel sonno al fin placai.