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56 SOFOCLE 779-811

i cittadini il primo ero io creduto,
780avanti che seguisse un certo caso,
degno di meraviglia, e non però
dell’angustia ch’io n’ebbi. Un uom briaco,
in un banchetto, mi proverbiò
suppositizio a Pòlibo. Quel giorno,
785sebben crucciato, a forza, mi contenni.
Ma la dimane, mi recai dal padre
mio, dalla madre, a interrogarli. Ed essi,
per questo oltraggio arser di sdegno contro
chi l’aveva lanciato. Io m’allegrai
790delle loro parole; e tuttavia
sempre quei detti mi serpeano in cuore,
e mi struggevo. E senza che mia madre
né mio padre sapesse, a Pito andai.
Né per quanto io chiedevo, Febo onore
795di risposta mi die’; ma mi predisse
altri miseri, atroci, orridi eventi:
ch’io giacerei con mia madre, e darei
la vita ad una stirpe intollerabile
ad ogni gente; e diverrei del padre
800ond’io m’ebbi la vita, l’assassino.
Uditi tali orrori, io, da quel giorno,
dirigendo cogli astri il mio viaggio,
lungi fuggii dalla corinzia terra,
dove non mai veder potessi compiersi
805le nefandezze del mio tristo oracolo.
Cosí, peregrinando, alla contrada
giunsi, ove dici che fu spento il re.
Oh sposa, e il vero a te narrerò. Quando
fui vicino a quel trivio, incontro a me
810un araldo si fece, e un uomo simile
a quel che dici tu, sovresso un cocchio