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320 SOFOCLE 1281-1308

veggo, Euridice, o che la sorte udita
abbia del figlio, o che la guidi il caso.
euridice
O cittadini, le parole vostre
udite ho, mentre uscivo, e m’avviavo
1285a rivolger preghiera alla Dea Pallade.
Levo le sbarre, a me traggo le imposte,
ed ecco, il suono della mia sciagura
mi percuote le orecchie; e delle ancelle
cado atterrita fra le braccia, e corro.
1290Ma, qual che sia la voce, ripetetela.
Non sono ignara di sventure; e udrò.
messo
O sovrana diletta, ero presente
e parlerò; né a te parola alcuna
io celerò del vero. A che dovrei
1295lusinghe offrirti, quando infin mendace
apparirei? Sta sempre in piedi il vero.
Io col tuo sposo mossi; e gli fui guida
al piano estremo, ove giaceva il corpo
lanïato dai cani. E qui la Dea
1300invocammo dei tramiti56, e Plutone,
ché, posto freno all’ira, a noi benevoli
fossero. E il corpo, di lavacri casti
purificammo; e sopra rami svelti
allora allora, ardemmo i tristi avanzi,
1305ed erigemmo un tumulo alto, sopra
la terra patria; e alla caverna d’Ade
quindi movemmo, al talamo di rocce
dove giaceva la fanciulla. Ed ecco,