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È l’alba. Dalla reggia escono Antigone e Ismene.


antigone
O mia compagna, o mia sorella. Ismene,
sai tu quale dei mali che provengono
da Edipo, Giove sopra noi non compia,
mentre siamo ancor vive? Oh!, nulla v’è
5di doloroso, di funesto e turpe,
di vergognoso, che fra i mali tuoi,
fra i mali miei visto non abbia. E adesso,
qual bando è questo, che il signore, dicono,
fece or ora gridar nella città?
10Lo sai? Lo udisti? O ignori tu che offese,
come a nemici, sugli amici incombono?
ismene
Nessuna nuova, né trista né lieta,
dei nostri amici, Antigone, mi giunse,
da quando entrambe noi di due fratelli
15orbe restammo, in un sol giorno uccisi
con reciproca mano. E poi che lungi
la scorsa notte andò l’argivo esercito,