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210 SOFOCLE 1433-1457

questo vanto, se a me tu sei concorde;
ma senza te, neppur salvarmi io posso.
corifeo
1435Riguardo avendo all’uom che l’inviò,
ciò che devi rispondi, e poi rimandalo.
edipo
ai coreuti.
Se qui mandato non lo avesse, amici,
Tesèo signor di questa terra, degno
d’udir le mie parole reputandolo,
1440la voce mia pur non udiva. Adesso
egli avrà questo onore, e partirà
quando parole udite avrà da me
che la sua vita non faranno lieta.
A Polinice.
Ché quando tu lo scettro avevi e il trono
1445che adesso il tuo fratello in Tebe usurpa,
scacciasti il padre tuo, tristo fra i tristi,
mi dannasti all’esilio, e a questi cenci
che miri e lagrimi or, che in un travaglio
di mali pari al mio tu pur sei giunto.
1450Né piangere io li vo’, bensí patirli
sin ch’io tragga la vita, ricordandomi,
assassino, di te: ché a quest’angoscia
tu m’hai ridotto, tu sospinto m’hai,
e vagabondo, tua mercè, dagli altri
1455la vita mia giorno per giorno mèndico.
E se queste mie figlie, ch’or mi nutrono,
io generate non avessi, vivo