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208 SOFOCLE 1368-1399

polinice
Te lo dirò: ché tu ben m’ammonisci.
E prima, il Nume invoco: a lui dinanzi
1370m’ero prostrato, e il re di questa terra
sorger mi fece e qui venire, lecito
mi fe’ parlare, udir, salvo partirmi.
Da voi tale certezza, ospiti, invoco,
per me, dal padre, dalle mie sorelle.
1375E perché venni, o padre, or ti dirò.
Bandito dalla patria, esule vado.
Ch’io, primo nato, reputai diritto
mio sedere sul tuo trono sovrano;
e quei che dopo me nasceva, Etèocle,
1380mi scacciò dalla patria; e non perché
con argomenti mi vincesse, o a prova
d’atti o di man; ma la città corruppe.
Causa prima ne fu, penso, la tua
maledizione; ed anche da profeti
1385cosí detto mi fu. Poi, dunque, ad Argo
dorica venni, Adrasto ebbi per suocero,
e congiurati a me qui feci quanti
primi son detti, e maggior fama godono
d’armi, nell’apio suol36, perché, raccolta
1390la settemplice schiera, insiem con essi
contro Tebe movessi, e qui cadessi
pel mio diritto, o i rei di quel sopruso
dalla terra scacciassi. Ora, a che giungo?
Giungo per me, per gli alleati miei,
1395che con sette ordinanze e sette lancie
di Tebe il piano tutto quanto or cingono.
Tali il possente Anfïarào, che sommo
è nella lancia, e negli augúri è sommo.
Viene secondo l’ètolo Tidèo,