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1046-1078 EDIPO A COLONO 191

1046con mio padre, e l’uccisi, in tutto ignaro
di che scempio compiessi, e contro chi,
a un atto involontario, apporre biasimo
giustamente potresti? E di mia madre,
che tua sorella, o sciagurato, fu,
1050a narrare le nozze puoi costringermi
senza vergogna? Ed io le narrerò,
non tacerò, poiché l’empia tua bocca
è pur tanto trascorsa. Era mia madre,
era mia madre, ahimè, sciagura mia!
1055Ma non sapevo, io, non sapevo! Madre
m'era, e l’obbrobrio diede a me di figli!
Ma questa cosa io so: che cosciente
me tu diffami e tua sorella; e ignaro
io sposa l’ebbi, e a mal mio grado or parlo.
1060Ma non sarà che taccia di tristizia
per queste nozze io m’abbia, e per la strage
del padre mio, che sempre mi rimproveri
con vituperio amaro. Un punto solo
rispondi a me, di ciò ch’io ti domando:
1065se, d’improvviso qui giungendo, alcuno
volesse, o giusto, ucciderti, ricerca
faresti, se tuo padre è chi t’assale,
o ne trarresti subito vendetta?
La trarresti, se pur cara hai la vita,
1070senza indagar se tal vendetta è lecita.
Spinto dai Numi, a simile iattura
pervenni anch’io: smentir non mi potrebbe
seppur, vivesse, di mio padre l’anima.
Ma tu, che non sei giusto, e bello reputi,
1075checché tu dica, il lecito e l’illecito,
in cospetto a costor cosí m’oltraggi.
Il nome di Tesèo, bello è per te