edipo
Consulterete il Dio per questo misero? creonte 1440Dovresti anche tu fede aver nel Nume! edipo
Ed ora io ti scongiuro, e in te m’affido.
A lei che spenta è nella casa, appresta
la tomba tu: conviene un tale ufficio
renderle: straniera ella non è. 1445E me non pensi questa patria rocca
vivo piú mai fra i cittadini scorgere.
Lasciami, che fra l’alpi abbia dimora,
dove per me famoso è il Citerone,
che mio padre e mia madre aveano eletto 1450per sepolcro a me vivo: e così muoia
per opra lor, che già spento mi vollero.
Sebbene io questo so, che me né morbo
né morte naturale ucciderà:
sfuggito non sarei, quand’ero a morte 1455presso, se qualche piú terribil fine
non m’attendesse. Ebbene, il mio destino
batta, quale che sia, la via fatale.
Creonte, e tu non darti alcun pensiero
dei figli maschi. Uomini sono, e mai 1460non patiran miseria, ovunque vivano.
Ma le dolenti mie povere figlie,
che lungi mai non visser dalla mensa
di quest’uomo, ma quanto egli gustasse