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Non conosciamo la data dell’Aiace; ma esistono varii indizi per cui possiamo credere che sia il piú antico dei drammi di Sofocle giunti sino a noi.

I. - Al principio, dopo le scene fra Atena ed Ulisse e Atena ed Aiace, che ha l’ufficio di prologo (si pensi alla scolta dell’Agamennone), abbiamo la gran párodos in anapesti, che si trova nelle Supplici, nei Persiani e nell’Agamennone di Eschilo, che fu il principio tipico della vecchia tragedia, e che a mano a mano si andò trasformando.

II. - È vero che nell’Aiace c’è già il terzo attore, che dunque sarebbe stato introdotto da Sofocle; ma è altresí vero che il drammaturgo dimostra di non saper bene ancora adoperarlo. Nel finale, mentre Teucro discute con Agamennone, sopraggiunge Ulisse. Eccoli dunque in tre. Ma d’ora innanzi Teucro tace, mentre potrebbe seguitare a perorare la propria causa; e la sua condotta nei due contrasti precedenti dimostra che saprebbe farlo egregiamente. Viceversa, il drammaturgo, parrebbe, non ha imparato ancora a svolgere un terzetto. (Il silenzio di Ulisse al principio dell’azione non conta, perché in presenza d’Aiace egli non ardisce aprir bocca).