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SOFOCLE xxv

Sofocle fu fecondissimo, scrisse 123 drammi. A noi ne rimangono soli sette, e degli altri, parecchi frammenti, e molti titoli1.

Eppure, anche su questi sette piloni si può ricostruire abbastanza sicuramente l’architettura del gran ponte.

Sin dal principio della sua vita artistica, Sofocle, con l’originalità del genio, scopre una formula drammatica del tutto differente da quella d’Eschilo, imperniata sul tramutar delle anime e sul contrasto. E sin da principio, pure adottando, e lo costringevano imposizioni anche esterne ed obiettive, gli antichi schemi, la fa trionfare sulle formule eschilee, che appena allungano qualche lieve ombra sulle tragedie piú antiche.

Tutto preso dall’alta bellezza e trascinato dalla fecondità di tale formula, trascura da principio altri elementi costitutivi del dramma, pei quali aveva anche doti straordinarie: per esempio, e in primo luogo, la suggestione del paesaggio, o il Coro, che, come vediamo, nei primi lavori non segna una ascensione sui cori eschilei.

Ma negli ultimi due lavori vediamo assorbiti e adoperati

  1. Ecco i principali, distribuiti secondo i cicli mitici: Ciclo troiano: Alessandro, Le Scizie, La follia d’Ulisse, Ifigenia, Telefo o i Misii, I Pastori (svolgevano la morte di Protesilao), La richiesta d’Elena, Troilo, Palamede, I Frigi, Gli Etiopi o Mènnone, Fenice, Filottete in Troia, Le Spartane (Ratto del Palladio), Laocoonte, Sicione, Priamo, Le Prigioniere. Polissena, Aiace Locrese, Gli Antenoridi (Partenza dei Figli di Antenore per l’Adria), Nauplio folgorato, Teucro, Eurisace, Nausica o Le lavatrici, I Feaci, Ulisse ferito dalla spina, Eurialo. — Leggende attiche: Trittolemo, Tereo, Orizia, Creusa, Procri, Egeo, Fedra.Argonauti: Atamante, Le donne di Coleo, Le Scite, Le sempliciste (raccoglitrici d’erbe). — Miti tebani: Oltre alle tragedie rimaste integre, gli Epigoni, e l’Alcmena.