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204 SOFOCLE 1381-1410

bensí d’Achille sei, ch’era tra i vivi
il primo, e il primo ora è laggiú, fra i morti.
neottolemo
Godo che al padre mio, che a me medesimo
lodi comparti. Ascolta adesso quello
1385ch’io da te bramo. Agli uomini, le sorti
forza è patir che dagli Dei provengono.
Ma quanti, invece, al par di te, soggiacciono
a volontari mali, a quelli è ingiusto
concedere perdono, e compatirli.
1390Tu feroce or sei fatto, e niun consiglio
accetti; e se qualcuno a te benevolo
t’ammonisce, lo aborri, e infesto e perfido
lo stimi. Eppure, parlerò. Dei giuri
il Nume invoco, e Giove; e ascolta e scrivi
1395nel tuo pensiero, tu. Di questa doglia,
per decreto divin, t’opprime il morbo:
ché tu di Crisa al guardïano, al serpe
che l’aperto recinto ascoso vigila,
t’avvicinasti; e del tuo grave morbo
1400non avrai tregua, sappi, infin che sorgere
di qui vedremo il sol, di lí sparire,
pria che tu stesso, di buon grado, ai piani
giunga di Troia, e i due figli d’Asclepio11
trovi, e dal morbo abbia sollievo, e meco
1405con l’arco tuo la rocca d’Ilio espugni.
E come io so che a questo siamo, ascolta.
Vive un uomo fra noi, fatto prigione
da Troia, ottimo vate, Eleno. Questi
chiaramente cosí gli eventi annuncia.
1410E soggiunge che fato è ch’Ilio cada