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176 SOFOCLE 958-985

neottolemo
Non posso: a chi comanda ubbidir devo:
vuoi giustizia cosí, cosí conviene.
filottete
960O fuoco9, o mostro, o d’orrida tristizia
infestissima frode, oh che m’hai fatto,
come ingannato m’hai! Né ti vergogni,
o scellerato, di guardarmi in faccia,
me che pregavo, me supplice, e l’arco
965mi togliesti, e la vita. Adesso rendimelo,
te ne scongiuro, rendimelo, in nome
dei Numi patrii, o figlio mio, t’imploro,
non togliermi la vita! Ahi, me tapino!
Non mi risponde piú, ma il capo volge,
970come se piú non me lo debba rendere.
O rade, o promontorii, o di montane
nere covili, o scoscesi dirupi,
a voi, poiché non vedo altri a cui possa
parlare, io volgo questo mio lamento
975ché inganno il figlio a me d’Achille tese,
che mi giurò d’addurmi in patria, e invece
m’adduce a Troia, e a me la destra tese,
e l’arco sacro d’Ercole, del figlio
di Giove prese, e il tiene, ed agli Argivi
980vuol farne pompa, e me cattura, come
se in forze io fossi, e a forza mi trascina,
e non sa ch’egli un uom già morto uccide,
di fumo un’ombra, una vana fantasima.
Ché, se in forze ero, preso ei non m’avrebbe;
985anzi, neppur cosí, tranne con frode.