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170 SOFOCLE 875-896

875ché il resto è suo: condurre costui ci fu imposto dal Nume;
e turpe è menar vanto, mentendo, di gesta incompiute.
coro
Antistrofe
Ma vedrà tutte queste cose un Dio.
Tu, quanto al chieder mio,
a bassa voce, a bassa voce parlami:
880ché degl’infermi, o figlio,
ben lieve è il sonno; e il ciglio intorno gira
vigile, e tutto mira.
Or, quanto puoi profondamente medita,
nascostamente, quello
885che opportuno piú giudichi.
Tu sai di che favello:
se per costui la stessa idea tu serbi,
anche pei savii son travagli acerbi.

Epodo
Il vento, o figlio, spira il vento prospero.
890E senza aiuto né visivo acume
giace costui, né piú gli fulge lume;
ché del sonno, al meriggio, è greve il peso;
e sembra un uom già nell’Averno sceso.
Ma vedi se opportuno è ciò che mediti:
895per ciò ch’io sappia, d’ogni impresa, o figlio,
ottima è quella ch’à men di periglio.