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SOFOCLE | xix |
Cosí, nell’«Antigone», lo scintillio del Sole mattutino nel primo canto del Coro.
Cosí, nell’«Elettra», dipinto in pochi tratti, tutto l’incanto dell’alba.
- Ché, chiaro già, del sole il raggio suscita
- le mattutine voci degli augelli
- distintamente, e la stellata negra
- notte trapassa.
Cosí, nell’«Edipo a Colono», la pittura, in tre versi, del bosco:
- Sacro è, mi sembra, questo luogo, e florido
- tutto d’allori, pampani ed ulivi;
- e fittissimi dentro vi gorgheggiano
- i rosignoli.
Ma anche nel cuore delle tragedie, abbiamo tócchi di paesaggio meravigliosi. Cosí il fuggevole abbozzo di Emone, nel suo contrasto col padre:
- vedi
- presso i torrenti impetuosi, gli alberi
- che si flettono, intatti i rami serbano:
- quelli che invece fan contrasto, svèlti
- dalle radici piombano.
Cosí, nell’» Antigone», la descrizione che fa il nunzio della procella di venti. Cosí, nell’«Edipo re», la rievocazione del pastore che, in mezzo alle orride tenebre di tutto il dramma, si apre come un nembo di cielo azzurro:
- Egli di certo
- ricorderà che, sopra il Citerone,
- ei con due greggi, ed io con una, vissi