non amerò simili genti. A me
Sciro pietrosa d’ora innanzi basti, 485si ch’io mi goda la mia casa. Ed ora
torno alla nave. O figlio di Peante,
a te salute, a te salute, quanto
l’augurio vale: dal tuo morbo, come
tu pur lo brami, i Dèmoni t’affranchino. 490E noi, moviamo: come il Nume prospera
ci dia la brezza, scioglieremo i lini. filottete
Figlio, partite già? neottolemo
Spiare il vento
da vicino conviene, e non da lungi. filottete
Pel padre tuo, per la tua madre, o figlio, 495per quanto altro di caro in casa hai tu,
supplice io ti scongiuro, abbandonato,
solo non mi lasciar fra questi mali
fra cui ti dissi ch’io vivo, e che vedi.
Prendi anche me, per giunta. Oh, lo so bene, 500trasportar me non è piccol fastidio;
ma, tuttavia, sopportalo. Odïosa
sembra ogni opera bassa ai generosi,
gloriosa ogni buona. E tu, non piccolo
biasimo, o figlio, avrai, se tu rifiuti,