poi ch’è fama che tal sia la vita
derelitta che vive il tapino, 180cacciando le fiere
con alate saette; e nessuno
lo assiste, né cura il suo morbo. coro Strofe II
Pietà ne sento. Oh misero, 185senza che alcun degli uomini
lo assista, e senza vigile
sguardo, e ognor solo, e afflitto
da malattia fierissima,
va smarrito, e delira, ovunque l’agiti 190bisogno. O come, o come resiste il derelitto?
O voi, mani dei Súperi,
o stirpi umane sacre alla sventura,
quando la vita lor fugge misura!
Antistrofe II
Di progenie antichissima, 195a niun secondo, ei nacque.
Di tutto or privo, misero,
giace lontan da tutti,
e fra villose e variopinte belve dimora, miserevole
tra fame e doglia, e nulla v’è che plachi i suoi lutti. 200E dai montani vertici,
Eco loquace, che da lungi appare,
sola risponde alle querele amare.