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84 SOFOCLE 1133-1162

nobil progenie, sbagliano, pronunciano
tali discorsi? Or via, di’ da principio,
novellamente: dici tu sul serio
che tu quell’uomo hai preso, e l’hai condotto
alleato agli Achei? Non veleggiò
forse da sé, di sé padrone? Come
sei tu suo duce? Sulle genti ch’egli
dalla patria guidò, signoreggiare
come puoi tu? Di Sparta re venisti,
non già nostro signor; né piú diritto
di comandar su mio fratello avevi.
che costui su di te. Qui veleggiasti
soggetto ad altri, e non duce di tutti,
sí che guidar potessi Aiace. Ai tuoi
sudditi, dunque, imparti ordini, muovi
le superbe rampogne. Io di sepolcro
onorerò costui, pur se divieto
tu me ne faccia, oppur quell’altro duce,
senza temer le tue minacce. Ch’egli
non venne in campo, no, per la tua donna,
come la gente da strapazzo: venne
pei giuramenti a cui s’era legato,
e non per te: ché gli uomini da nulla
non li curava. E tu, dunque, procàcciati
copia d’araldi, e il duce; e allora torna.
Ma, finché sei quello che sei, neppure
volgere, mi farebbe il tuo scalpore.
coro
Neppur queste parole approverei
sulla bocca d’un misero: l’asprezza,
giusta sia pur sin che tu voglia, morde.