Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VII.djvu/71

68 EURIPIDE

io non lodai, né il tuo spavento or lodo,
che mi sembra eccessivo. Non potrà
lo sposo tuo repudïar le tue
nozze cosí, per creder d’una barbara
alle parole inefficaci. Preda
di guerra ad Ilio esso non t’ebbe: figlia
d’un primate egli t’ebbe, e ricca dote
ebbe con te, da una città potente,
e non a mezzo. E il padre tuo, figliuola,
non patirà che tu da questa casa
sia discacciata, come temi. In casa
entra, e alla soglia fa’ che non ti veggano
dinanzi: ne verrebbe a te disdoro.
Ermione rientra nella reggia.

coro

Un peregrino, vedi, a passo rapido,
di straniero aspetto, a noi s’appressa.
Entra Oreste.

oreste

Del figliuolo d’Achille, o estranee donne,
la sede è questa, e la regal magione?

coro

Questa: ma tu chi sei, che ciò dimandi?

oreste

Di Clitemnestra il figlio, d’Agamennone:
mi chiamo Oreste, e da Dodòna giungo,