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Dalla reggia esce la vecchia nutrice d’Ermione.

nutrice

O carissime donne, oh quanti mali,
l’un succedendo all’altro, oggi si compiono!
Ché la nostra regina, Ermíone dico,
dal padre abbandonata, e riflettendo
al male che compié, ch’essa d’Andromaca
tramò la morte, e di suo figlio, adesso
vuole morir, temendo che lo sposo,
per quanto ella operò, voglia scacciarla
da questa casa ad ignominia, o ch’essa
debba morir, perch’essa volle uccidere
quelli che non doveva. Ora i famigli
con grande stento a trattenerla valgono
che il collo a un laccio non appenda, e il ferro
le strappano di man: tanta è la doglia,
tanto adesso comprende il mal che fece.
Stanca sono io dal trattenere, amiche,
la mia signora, ch’ella non si strangoli.
Entrate in casa voi, dunque, tenetela,
ché non s’uccida: piú, quando intervengono,
dei vecchi i nuovi amici acquistan credito.