Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VII.djvu/54


ANDROMACA 51


senza giudizio macchinate. E come?
Férmati, Menelao, non affrettarti
senza processo.
(all’auriga).

                              E tu muovi piú rapido,
ché non è, par, tempo d’indugi; ed anzi,
ora come non mai, recuperare
vorrei le forze giovanili. E prima
m’avvicino a costei, come alle vele
prospera brezza. Di’, per qual delitto,
mentre il tuo sposo ed io lungi eravamo,
t’han di lacci costor le mani avvinte,
e te col tuo figliuol traggono? A morte
vanno cosí la pecora e l’agnello.

andromaca

Questi col figlio a morte mi trascinano,
come tu vedi. E che mai dirti, o vecchio?
Negligente io non fui, né un solo appello
io ti mandai, ma mille e mille araldi.
Forse conosci, udita l’hai, la lite
con la figliuola di costui, la causa
per cui muoio, conosci. Ed or, dall’ara
di Tètide, che tu veneri e pregi,
onde ti nacque il tuo bennato figlio,
m’hanno strappata, e a morte mi trascinano,
senza giudizio alcuno, e senza attendere
quei che son lungi, anzi cogliendo il punto
ch’io soletta ero qui col figlio mio
ch’è d’ogni colpa immune, eppure uccidere
lo vogliono con me misera. O vecchio,