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ulisse


Chi? Di Laerte il prediletto figlio?
L’ho visto a Paro: comperava un grosso
cocomero da semi.


Simili burlette, l’Ulisse di Euripide non se le permette. Anzi, dalla prima all’ultima parola, mantiene la dignità eroica. La mantiene, possiamo soggiungere, piú che nei drammi tragici.

La parte buffonesca è dunque affidata interamente ai satiri, a Sileno, al Ciclope.

La comicità satiresca era diversa, s’intende, per ciascun poeta, anzi per ciascun dramma. Pure, un esame un po’ diligente dei frammenti, fa presto vedere che nel dramma satiresco, come nella commedia, ci fu molta convenzione e molta ripetizione: e che anche prevalsero i grossolani motivi cari alla vetustissima farsa popolare e alla commedia attica.

Per cominciare dai lazzi piú volgari, ecco il Ciclope di Euripide, che dichiara di rispondere ai tuoni di Giove come Strepsiade a quelli delle nuvole.

E nel Chedalione di Sofocle si parla di uno che:

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per la paura, sino il condimento
ha rifatto.


E nel Salmonèo, anche di Sofocle, i satiri che non prendevano troppo sul serio i tuoni artificiali dell’eroe fanfarone, commentavano:

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Or or ti coglie l’alito fulmineo
del tuono e della puzza.