giú dalla strozza cada,
offerta alle tre Dive
ed al figliuol di Priamo
che la sampogna un giorno
suonar faceva ai suoi presepî attorno.
coro
Fugga altrove la trista
sorte; e te la Fortuna ognora assista.
elena
Ahimè, misera Troia,
che per fasti nefasti
doglie patisti ed in rovina andasti!
E il dono che di me ti fece Cípride,
generò molto sangue e molte lagrime,
cruccio su cruccio, lagrime su lagrime,
doglie su doglie,
e madri i figli persero,
e vergini deposero
le chiome presso i vortici
dello Scamandro Frigio
per gli estinti parenti, e tutta l’Èllade
un grido un grido, fe’ suonare, un ululo,
e cacciò nei capelli
le mani, e di sanguinei
colpi con l’unghie rigò la guancia.
O nell’Arcadia un tempo beata fanciulla, o Callisto,
tu che con quattro piedi salisti il giaciglio di Giove,
avventurata quanto sei stata piú tu di mia madre,
che sotto forma di fiera villosa