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coro

Strofe I

È fama, e ormai canizie
la copre antica: un dí,
Pan, dei monti custode,
che spira entro compagini di calami
la soave melode,
alla madre rapí
dai monti d’Argo un riccioluto agnello,
che avea tutt’oro il vello.
E gridava l’araldo dai marmorei gradini:
«Correte, o cittadini,
correte tutti all’assemblea, vedete
il prodigio, il segnacolo
della felicità dei nostri principi!»
E suonavan le case d’Atreo di danze liete.

Antistrofe I

Le porte son degli aurei
santuarî dischiuse:
per tutta Argo scintilla
sopra gli altari il fuoco; e la bellissima
voce del flauto squilla,