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In un papiro della Collezione dell’arciduca Ranieri1 è conservato un brano, esiguo e prezioso, della musica dell’Oreste (v. 338-344). Eccone la fedele trascrizione.2


Π P   C
κατολοφυρομαι
Ρ Φ Π
ματερος αἱμα σας
Ż
Ζ
σ´ ἀναβαxχευει
I Z E
μεγας ὀλβος οὐ
Ż
Π P C
μονιμος ἐμ βροτοις
I· Z
ἀνα δε λαιφος ὡς
Ż
  1. Mittheilungen aus der Sammlung der Papyrus Erzherzog Rainer. V. — Vindobonae 1892.
  2. Suppongo che chi s’interessa a questo argomento conosca i principi fondamentali della musica greca (v., p. es., il mio volume: Nel regno d’Orfeo, Zanichelli. 1921). E indugio a mostrare con qualche minutezza e precisione la via che si deve seguire per trasportare in segnatura moderna ed interpretare un brano di antica musica greca. Questo dell’Oreste non è certo dei piú agevoli.