Alto nell’aria appare Apollo, e accanto a lui Elena rediviva.
apollo
L’acerbità del tuo spirito mitiga,
o Menelao: son di Latona il figlio,
io che ti chiamo. E tu càlmati, Oreste,
che su quella fanciulla alzi la spada,
e le parole ch’io ti volgo ascolta.
Quell’Elena che tu spenger volevi,
per odio contro Menelao — ma vana
fu la tua brama — è questa che vedete
dell’ètere nei seni: è salva, e spenta
non fu da te: ch’io la salvai, dal ferro
tuo la sottrassi, per voler di Giove.
Perché, di Giove essendo figlia, vivere
perennemente deve, e presso a Càstore
ed a Polluce sede aver, nei grembi
dell’etra, ai nauti salutare.
A Menelao.
E tu
conduci alla tua reggia un’altra sposa,
or che gli Dei, per la beltà di questa,
Euripide - Tragedie, VI - 17 |
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