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corifea

Dov’eri tu? Te la battesti súbito?

frigio

Com’è costume frigïo frigïo,
vicino ai riccioli
d’Elena d’Elena,
presso alla guancia
l’aura agitavo, l’aura,
con rotonda compagine
di penne, all’uso barbarico.
Essa il lino sul fuso
avvolgea con le dita
— ed il filato al suol cadea profuso —
intenta una purpurea
veste a filare, ordita
di frigie spoglie,
dono pel tumulo
che Clitemnestra accoglie.
E Oreste favellò
alla donna lacona.
«Orsú, di Giove figlia,
il tuo seggio abbandona,
a terra posa il piede,
vieni dell’avo Pèlope
alla vetusta sede,
a udir le mie parole».
E la guida e la guida; e dove ei vuole
lo segue Elena, ignara
di ciò che si prepara.
E il malvagio Focese