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ELENA 215

per Giacinto, nel giubilo
notturno. Morte Apòlline
gli die’, lanciando al termine
il disco. Onde prescrisse ai Lacedèmoni
che un dí prefisso, vittima
per lui cadesse un bue.
Qui troverai la tua cerbiatta, Ermíone,
fanciulla ancor: ché fiaccola
non arse ancora per le nozze sue.

Strofe II

Oh, divenute aligere,
trovarci dove i Libici
augelli8 a stormi volano,
dall’invernale pioggia
fuggendo, e l’antichissima
sampogna del pastor, che sovra i fertili
piani, dall’umor pluvio
intatti, il grido lancia
alto volando, seguono!
O collilunghe aligere,
compagne al corso delle aeree nuvole,
volate fra le Plèiadi,
sotto il notturno scintillar d’Oríone,
su l’Eurota posatevi,
recate la notizia
che, posta a sacco Troia, alla sua patria
è Menelao già reduce.

Antistrofe II

Deh, se giungeste, l’impeto
dei corsïer’ per l’ètere