Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/187

184 EURIPIDE


elena

Nol patirebbe la sorella, quando
tu t'accingessi, né starebbe muta.

menelao

Né legno c’è, dove scampar potessimo
fuggendo: quel che avevo, il mar lo prese.

elena

Odi, se pur nulla di saggio femmina
dir può: vuoi, vivo ancor, detto esser morto?

menelao

È tristo augurio: pur, se dirlo giova,
ben voglio, vivo ancor, detto esser morto.

elena

E noi donne, gemendo, i crin’ recisi,
morto ti piangeremo all’empio innanzi.

menelao

E di salvezza in ciò sarebbe un farmaco?
D’anticaglia mi sa l’espedïente.