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porrò concorde al suo. Cípride, sempre
benevola mi sia; ma pur, non sono
con lei concorde; e rimanere sempre
vergine tenterò. Quanto ai rimproveri
che su questo sepolcro al padre volgi,
ciò che tu dici, io dico: empia sarei,
se la sua sposa non rendessi; e certo,
s’ei fosse vivo, a te lei resa, a lei
avrebbe te: ché, sia tra i morti, sia
fra quanti sulla terra uomini vivono,
c’è pei soprusi una vendetta. L’anima
dei morti, non ha piú vita, ma serba,
pur quando nell’eterno ètere piomba,
eterna coscïenza. Or, senza fare
troppo lungo discorso, io tacerò,
come voi mi pregate, e la follia
di mio fratello non seconderò.
Ché poi, se pur non sembra, io lo benefico,
se pio lo rendo invece d’empio. Or voi,
trovate dunque alcuno scampo, ed io
lontano andrò, muta saro. Dai Numi
incominciate. Supplicate Cípride
che in patria te lasci tornare, ed Era
che immoto resti il suo pensier, che salvi
te vuole, e il tuo consorte. E tu non mai,
per quanto io posso, o padre mio defunto,
empio sarai chiamato, anziché pio.
Rientra nel palazzo.

coro

Mai fortuna non ebbe alcuno ingiusto:
nella giustizia puoi sperar salute.