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coro
A tuo fratello poni mente, Elettra,
tu che presso gli sei, che, senza addartene,
non sia già morto; ché mi piace poco
quel suo lungo giacere abbandonato.
oreste
Si scuote dal sonno.
O sollievo del morbo, o caro balsamo
del sonno, quanto a me dolce giungesti
ed opportuno! O venerando Oblio
dei mali, quanto sei provvido Nume,
degno che gl’infelici a te si volgano.
Donde mai venni qui? Come qui giunsi?
Nol ricordo: smarrii l’antico senno.
elettra
Quanto vederti addormentare, o caro,
lieta mi fece! Vuoi ch’io ti sollevi?