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ORESTE 143


elena

Pur non conviene a servi un tale ufficio.

elettra

Perché non mandi la tua figlia Ermíone?

elena

Tra la folla sconvien muovere a vergini.

elettra

Renderebbe mercede a chi la crebbe.

elena

Tu dici bene, e il tuo consiglio io seguo:
mia figlia manderò: tu dici bene. —
Esci di casa, o mia figliuola, o Ermíone.
Esce la fanciulla Ermione.

Questi libami e queste ciocche prendi
dalle mie mani, ed alla tomba recati
di Clitemnèstra, e latte a miel commisto
versaci, e spuma di purpureo vino,
e del tumulo stando in su la vetta
parla cosí: «Questi libami t’offre
Elena, tua sorella: al tuo sepolcro
non venne, per temer l’argive turbe».
E a me benigna, e a te volga la mente,
dille, e al mio sposo, e a questi due, che, miseri,