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ELENA 137

giú dalla strozza cada,
offerta alle tre Dive
ed al figliuol di Priamo
che la sampogna un giorno
suonar faceva ai suoi presepî attorno.

coro

Fugga altrove la trista
sorte; e te la Fortuna ognora assista.

elena

Ahimè, misera Troia,
che per fasti nefasti
doglie patisti ed in rovina andasti!
E il dono che di me ti fece Cípride,
generò molto sangue e molte lagrime,
cruccio su cruccio, lagrime su lagrime,
doglie su doglie,
e madri i figli persero,
e vergini deposero
le chiome presso i vortici
dello Scamandro Frigio
per gli estinti parenti, e tutta l’Èllade
un grido un grido, fe’ suonare, un ululo,
e cacciò nei capelli
le mani, e di sanguinei
colpi con l’unghie rigò la guancia.
O nell’Arcadia un tempo beata fanciulla, o Callisto,
tu che con quattro piedi salisti il giaciglio di Giove,
avventurata quanto sei stata piú tu di mia madre,
che sotto forma di fiera villosa