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114 | EURIPIDE |
ché lungi dai tetti paterni
l’Erinni cruente
della madre ci tengon divisi.
oreste
Su via, stringiti a me: scorra, come
sul sepolcro d’un morto, il tuo pianto.
il dioscuro
Ahimè, ahi, tu pronunci parole
dolorose anche ai Numi che l’odono:
ché nel cuor mio, nel cuor degli Urànidi,
c’è pietà pei tapini mortali.
oreste
Piú veder non ti debbo.
elettra
Vicina
al tuo sguardo mai piú non sarò.
oreste
Per me sono questi gli estremi
tuoi detti.
elettra
Salute,
o mia patria! Salute, o compagne.