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che fu recitata l’anno prima1; e io scoliaste soggiunge che entrambe furono presentate al medesimo agone 2. Le Tesmoforiazuse sono del 411: dunque l’Elena è del 412.

Ma c’è una difficoltà. Nell’Elena, tanto Menelao quanto la sua sposa sono dipinti con colori estremamente simpatici (almeno nelle intenzioni). E con ciò Euripide urta non solo contro la tradizione, bensí anche contro le sue stesse simpatie; perché in tutti gli altri drammi ha trattati ben altrimenti gli eroi spartani (si pensi al Menelao e all’Ermione dell’Andromaca). E accanto a questa implicita manifestazione di simpatia, c’è l’esplicito entusiasmo del coro per il paesaggio, pei miti, pei riti e le feste di Sparta.

Un tale atteggiamento si può spiegare solo con una ragione politica. L’Elena sembrerebbe proprio composta in un periodo di tenerezza con Sparta: di pace imminente o comunque sperata. E con tale ipotesi concordano i sentimenti pacifisti espressi nel primo stasimo:

O stolti, quanti van cercando gloria
nelle pugne, e nell’impeto
delle lancie, e non tentano
senza dolore un termine degli uomini
porre alle doglie amare.
Ché, se il sangue decidere
deve, qual mai città potrà desistere
dalle cruente gare?

Ma intorno al 412, invano si cercherebbe un tale periodo di spartanofilia; e non convince il Patin, quando dice che Eu-

  1. Euripide, camuffato da Eco, dice: ἥπερ πέρυσιν ἐν τῷδε ταὐτῷ χωρίῳ - Εὐριπίδῃ καὐτὴ ξυνηγωνιζόμην.
  2. Scol. 1012. Ἀνδρομέδαν: πιθανῶς: συνδεδίδακται γὰρ τῇ Ἑλένῃ.