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— I soldati achei recano il cadavere di Astianatte.

Epilogo — Incendio di Troia, lamentazione e partenza di Ecuba.

Come appare anche da un’arida esposizione, questi episodii non sono artificiosamente legati l’uno all’altro, non aspirano a novità, non effettuano sorprese, e non presentano unità, tranne quella che possano derivare dal riferirsi ad una sensibilità unica, quella della povera Ecuba dolorante. E se quest’ultimo particolare ci fa pensare piú specialmente al Prometeo, tutti gli altri ci richiamano palesemente alla tecnica eschilea.

E si possono rilevare anche piú precise somiglianze con Eschilo. La scena di Cassandra è una evidentissima derivazione dall’Agamennone. Il carro con Andromaca ed Astianatte ricorda quello che, anche nell’Agamennone, porta Agamennone e Cassandra.

E si può cogliere perfino qualche concordanza di piú minuti concetti, quasi di parole.

Posídone, ne Le Tròadi, dice:

          O stolto l’uom che la città distrugge,
          e templi lascia in abbandono, e tombe
          ai morti sacre: ei segna la sua perdita.

E Dario, nei Persiani (809 sg.), aveva detto che i soldati di suo figlio, giunti in Ellade,

          reverenza non ebbero, che gl’idoli
          non furasser dei Numi, e non ardessero
          i loro templi. Son l’are scomparse,
          i monumenti ai Dèmoni, divelti
          dalle radici, dalle basi, giacciono
          spesso confusi. Tanto mal commisero;