tutta la terra. Eppur tra le boscaglie
giunse di notte, e gran terrore infuse
in noi bifolchi che sul balzo d’Ida,
nativo antico della terra altare,
abbiam soggiorno: ché con gran frastuono
incedeva, scorreva il Tracio esercito.
Percossi di terror, che degli Argivi
non giungesse taluno a far bottino,
a saccheggiare le tue stalle, i greggi
conducevamo sulle vette, quando
le orecchie mi colpí di non ellènica
loquela il suono; ed il terror cessò.
lo mossi allora; e ad un uom che giungeva
esploratore del signore, chiesi
con traci accenti il condottier chi fosse
di quelle schiere che giungeano a Troia,
e di qual padre. E quando tutto seppi
ciò che bramavo, stetti; e Reso vidi
sopra un carro di Tracia, a un Nume simile.
Un giogo d’oro costringeva i colli
di due puledri, piú che neve candidi:
di fregi d’oro impresso, e di cervici
equestri ornato, rifulgea sugli omeri
uno scudo di bronzo, ed una Gorgone
simile a quella ch’à la Dea su l’egida
terrore alto dai fitti tintinnaboli
crepitanti, spirava. E dell’esercito
nessuno far, tant’era immane, il novero
potrebbe: molti i cavalieri, molte
dei pèltasti le schiere, i lanciatori
di frecce, molti, e molti si addensavano
vèliti, in tracia veste. Un uomo simile
giunge a Troia alleato: alle sue mani