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32 EURIPIDE

Vedi le vesti lacere,
se son quali alla figlia converrebbero
d’Agamènnone re,
ad Ilio, che memoria
serba del padre mio che l’abbatté.

coro

Antistrofe

Grande è la Dea: rincòrati.
Da me gradisci e indossa l’istorïato manto,
ed i monili d’oro che le tue grazie accrescano.
Vincere col tuo pianto
speri i nemici, senza ai Numi rendere
onore? Oh, non cosí;
ma, preci offrendo ai Superi,
vedrai, fanciulla, piú felici dí.

elettra

Nessun dei Numi ai gemiti
dell’infelice bada,
né ricorda le vittime
che il padre un giorno offriva. Il padre, misera
me, piú non vive; ed erra, chi vive, esule
per estranea contrada,
e alla mensa dei fàmuli
siede: ed il padre suo tanto fu celebre!
Ed io, l’alma struggendomi,
vivo tra queste ripide
balze, lontan dalla paterna reggia,
in sí povero tetto.