Per gli eventi futuri
temendo, io corsi a te, ché qualche biasimo
la negligenza a me poi non procuri.
ettore
Benché sgomente sian le tue parole,
giungi in buon punto: ché i nemici tentano
da questa terra, con notturna fuga,
sul mar salvarsi, e agli occhi miei sfuggire;
onde i notturni fuochi il cuor m’allegrano.
Oh Dèmone che me lungi tenesti
come leone dalla preda, quando
vincevo già, pria che l’argivo esercito
tutto potesse la mia lancia struggere!
Ché, se del sole i luminosi raggi
non si fossero spenti, io la mia lancia
vittorïosa non avrei frenata
prima che avessi arse le navi, e fossi
giunto alle tende a sterminar gli Achivi
col mio braccio omicida. Io, per mio conto,
ero disposto a seguitar la zuffa
anche di notte, e profittar dell’impeto
vittorïoso di fortuna. Ma
mi convinsero i saggi, e quanti interpreti
sono dei Numi, ch’io dovessi attendere
del dí la luce, e niuno degli Achivi
lasciare allor sul continente. E quelli
tempo non danno ch’io conduca a termine
degli arúspici il piano: assai la notte
agevola i fuggiaschi. Or quanto prima
dar conviene all’esercito l’annunzio