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Esce dalla casupola Auturgo.

auturgo

O d’Argo antica terra, e voi, dell’Inaco
acque fluenti, onde partí con mille
navi, recando guerra al suol di Troia,
Agamènnone re! Qui, spento Priamo
dell’ilíaco suol signore, e l’inclita
città presa di Dàrdano, tornò
di nuovo ad Argo, e molte sovra i culmini
dei templi consacrò spoglie di barbari.
La fortuna colà dunque gli arrise;
e in patria, invece, perí, per la frode
di Clitemnestra, e per la man d'Egisto,
di Tieste figliuolo. Egli morí,
l’antico scettro abbandonò di Tàntalo,
e regna Egisto in questa terra, e sposa
tiene con sé la sposa del defunto,
di Tíndaro la figlia. Allor che il Sire
a Troia navigò, lasciò due figli,
Oreste, il maschio, ed il femmineo fiore
d’Elettra. Oreste, mentre già piombava
su lui la man d’Egisto, per ucciderlo,