ecuba
Il tuo volto fissare, o Polimèstore,
io n’ho vergogna: in tanto male io giaccio.
Di chi mi vide quando ero felice
pudor m’assale, or che mi trovo in questa
calamità, né gli occhi miei negli occhi
fissargli ardisco. Che sia per mal animo
verso te, non supporre, Polimèstore.
Altra n’è la cagione; e per le donne
è uso in volto non fissare gli uomini.
polimestore
Ragion non c’è di meraviglia. Ma
quale bisogno hai tu di me? Da casa
perché m’hai fatto qui volgere il piede?
ecuba
A te voglio parlar d’una bisogna
che mi riguarda, e ai figli tuoi. Dà ordine
che dalla tenda lungi stiano i servi.
polimestore
Ai servi.
Andate pure. È questa solitudine
sicura. Amica tu mi sei, gli Achivi
mi sono amici.
Ad Ecuba.
E adesso, dimmi: un uomo
avventurato, come può soccorrere
gli amici sventurati? Io sono pronto.