Giunge Polimestore con due figli e un séguito.
polimestore
O fra gli uomini tutti a me carissimo,
Priamo, e tu, diletta Ecuba, io piango,
nel veder te, la tua città, la figlia
tua, morta or ora. Ahimè cosa non c’è
sicura al mondo: non l’egregia fama;
né la fortuna ch’or t’arride, pegno
sarà che il male sopra te non piombi:
ché tutto quanto su e giú confondono
con gran tumulto i Numi, affinché gli uomini
di tutto ignari, venerar li debbano.
Ma che giova di ciò far lagno, quando
esser non può che i mali un uom fronteggi?
Se dell’assenza mia poi ti lagnassi,
non far: ch’io mi trovavo in mezzo ai monti
di Tracia, allor che qui giungesti. E quando
tornato fui, di casa uscivo appena,
ed incontrai l’ancella tua, che a me
fece i discorsi ond’io qui sono accorso.