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ECUBA 241

Ché un punto c’è, che l’anima mi turba:
quest’uomo amico reputa l’esercito,
e nemico il defunto: esso t’è caro,
ma tale amore è nel tuo cuore, in quello
dell’esercito no. Perciò rifletti:
volonteroso tu m’avrai, partecipe
del tuo dolore, e pronto al tuo soccorso;
ma tardo, ove gli Achei m’infliggan biasimo.
ecuba
Ahimè!
Fra i mortali nessun c’è che sia libero.
Uno della ricchezza e un altro è servo
della fortuna; e dalla turba questo
dei cittadini è trattenuto, e quello
dalle leggi sancite, e agir secondo
l’indole sua non può. Ma poi che temi
ed alla turba oltre il dovuto indulgi,
io di questo terror ti farò libero.
Basta, se contro l’uccisor del figlio
mio qualche male tramerò, che tu
connivente a me sia, non che m’aiuti.
Ché, se tumulto poi nasca, e al soccorso
dell’uom di Tracia, quando ei patirà
quello che patirà, corron gli Achivi,
frenali tu, senza parer che sia
per far cosa a me grata. A tutto il resto
fa cuore ordine porre io ben saprò.
agamennone
E come? Che farai? Forse la spada
con la vetusta man stretta, a quel barbaro