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ecuba
Ahimè, che spento Polidoro io veggo,
il figlio mio, che il re di Tracia aveva
nella sua reggia in sua custodia! Misera
me, son perduta! Nulla io sono piú.
La sua declamazione lamentosa diviene canto.
O figlio, figlio mio!
L’inno deliro io gemo:
or or le offese conobbi del Dèmone
che non conosce oblio.
Sc
Di Paride la colpa or vedi, o misera!
ecuba
Nuove incredibili nuove incredibili
calamità
io veggo: l’una dall’altra nasce;
senza lagrime senza ambasce
mai verun giorno per me passerà.
coro
Orrendi orrendi guai soffriamo, o misera.
ecuba
O figlio figlio di madre misera,
qual morte ti colpí,