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ECUBA 229

ancella
O in tutto piú ch’io non so dire misera,
sei perduta, o regina; e luce vedi
e non sei piú: non hai sposo né figlio
né patria: sei d’ogni sciagura al fondo.
ecuba
Nuove cose non dici, e mali enumeri
ben noti a me. Ma perché mai qui giungi
e rechi a me di Polissena il corpo?
Detto mi fu che tutti si apprestavano
con gran zelo gli Achivi a seppellirla.
ancella
Tutto ella ignora, e Polissena piange,
né conosce le sue nuove sciagure.
ecuba
Ahimè tapina! Di Cassandra forse
la profetica salma a me tu rechi?
ancella
Di chi vive favelli, e questo morto
non gemi. Guarda questo ignoto corpo:
nuovo infausto prodigio a te non sembra?
Scuopre il cadavere, che è quello del fanciullo Polidoro.