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ECUBA 209

rendiamo onore ai valorosi, semplici
chiamate; e voi, gli amici vostri, o barbari,
d’amici in conto non abbiate, onore
non fate a chi morí da prode; e l’Ellade
avventurata sarà sempre, e voi
sorte conforme ai vostri sensi avrete.
coro
Ahi, triste cosa, servitú, che, vinta
da forza, ognor ciò che non deve soffre!
ecuba
O figlia, invano i miei discorsi andarono
spersi, che per la tua vita io gittai.
Or, se tu piú della tua madre puoi,
sciogli alla prece, affréttati, ogni accento,
simile a gola d’usignolo, tenta
di schivare la morte. Alle ginocchia
d’Ulisse cadi, e a pietà commovilo.
Un argomento hai pure:
pure anch’egli è padre,
sí che dovrà la tua sorte compiangere.
polissena
lo vedo, Ulisse, che la destra ascondi
sotto il mantello, e torci il viso, ch’io
la tua guancia non tocchi? Oh, non temere,
contro te non invoco il Dio dei supplici.
Ti seguirò, perché lo vuole il fato,
pronta a morire. Ov’io mi ribellassi,