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ecuba
E tristo i tuoi consigli or non ti rendono,
che il ben da me, pur lo confessi, avesti,
e nessun bene a me rendi, anzi male
quanto piú puoi? Misconoscente è il seme
di quanti ambite il popolar suffragio.
Mai rapporto io non debba aver con voi,
che non badate a danneggiar gli amici,
purché possiate dir ciò che riesca
grato alla folla! Or via, quale pretesto
presero mai, per decretar la morte
contro quella fanciulla? E qual dovere
umano sangue ad immolar li spinse
sopra una tomba, ove immolar giovenchi
piú si conviene? O per uccider quelli
che l’uccisero, Achille a buon diritto
contro costei la morte scaglia? Nulla
di mal, però, costei gli fece: d’Elena
chieder dovuto avrebbe il sacrificio
su la sua tomba: a Troia Elena il trasse,
e fu la sua rovina. E se morire
dovea delle captive alcuna, eletta
prima per la beltà, su noi cadere
la scelta non dovea: bella d’aspetto
di Tíndaro la figlia era fra tutte,
e non meno di noi danno vi fece.
Queste le mie ragioni, e le sostengo
con la giustizia; e qual ricambio devi
offrire a me che te lo chiedo, apprendi.
Tu la mia man toccasti, e la mia vecchia
guancia, prostrato innanzi a me, lo ammetti:
or la tua mano e la tua guancia io tocco,